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domenica, maggio 06, 2012
domenica, maggio 06, 2012

Simple Minds


Uno dice: i sopravvissuti degli anni Ottanta. Ce ne sono una valanga in giro. Ci sono gli A-Ah che ritornano, i Duran Duran che non se ne sono mai andati, Boy George che fa di tutto per farsi ricordare nel peggior modo possibile. Pure Bono degli U2 e Madonna, se vogliamo, sono due sopravvissuti (di lusso) al decennio delle camicie con lo sbuffo e dei colori fluo. E poi ci sono quelli che non penseresti mai di ritrovare sulla tua strada, come Jim Kerr. Jim Kerr cantava in una band chiamata Simple Minds che per gli appassionati dell’epoca era poco meno che "il" verbo, perché i loro dischi erano pieni di romanticismo, passione e parole incomprensibili ("New Gold Dream"? "Glittering Prize"?), tutto quel che un adolescente degli anni Ottanta - ma non solo degli anni Ottanta, in fondo - poteva desiderare. Ci fu una canzone spartiacque, “Don’t You (Forget About Me)”, che fu il loro più grande successo e - ironia della sorte - pure l’unica che non scrissero loro (la scrisse invece Billy Idol, per la colonna sonora del teen-movie “The Breakfast Club“). Spartiacque perché da allora il mondo si divide in due: quelli che allora c’erano - e si ricordano come la si ballava nei club: leggermente chianti in avanti e muovendo alternativamente le braccia in un movimento come di sciatore - e quelli che invece, beati loro, ancora non erano nati e dunque non ricordano nulla di tutto questo. A parte tutto, però, una straordinaria band new-wave. Forse, addirittura, la migliore di tutte.



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